venerdì 22 maggio 2009

il senso di una ricetta medica ...

ieri ho litigato con un farmacista.
non è stata una cosa edificante, anzi è stato come umiliarsi da solo. un autoflagellazione morale. ma forse necessaria.

21.30, scendo da casa e vado nella mia solita farmacia di turno. devo prendere un medicinale per il quale serve la ricetta medica, ma non quella rossa quella su carta bianca.
il farmacista non è quello che c'è sempre, che mi conosce. ed io non ho la ricetta, quindi gli chiedo se cortesemente può darmi la medicina e che l'indomani avrei provveduto a far vedere la ricetta.
il farmacista dice di no, ed io insisto spiegandogli che i suoi colleghi mi conoscono bene e che è già capitato altre volte...
"altre volte?? ah dunque lei è recidivo, lei mi sta raccontando una cosa che peggiora la sua situazione, le ho detto che non le posso dare nulla!"
il tono è da perfetto stronzo, ma quello che dice è lecito, quindi insisto ancora un pò, provo a fargli capire che semplicente per l'atto formale avrei provveduto l'indomani ma che lo stecco prodotto mi era stato già venduto con ricetta in quella stessa farmacia altre volte...
" vada in guardia medica e si faccia prescrivere la ricetta, e poi torna!". parole lecite, percarità. ma tono sempre più stronzo, mi ricordava i commessi parigini... e ho detto tutto.
non mi scoraggio e insisto ancora, quella medicina va presa regolarmente e saltarla annienta la terapia. e lui da farmacista lo sa molto bene!
a quel punto neanche lui non demorde e si chiude ancora più riccio ditro un tono superbo con un "le ho detto no! non insista!"
gli rispondo che insistere e lecito, che non faccio del male a nessuno ad insistere, e che provo solo aottenere un cosa in un modo poco ortodosso, sicuramente, ma che è una pratica consuetudianari a in quela farmacia con i clienti conosciuti.
lui mi redarguisce che un ennesimo no!
mi giro e andandomene gli sussurro con un sorriso che i suoi colleghi sono davvero più simpatici.
a quel punto dice che si aspettava quella risposta, cafona!
io penso adesso non è più nel lecito, mi ha dato del cafone, quindi gli chiedo "prego?? cafone a chi???" lui incalza dicendo che è da cafoni insistere.
"no!!! io non ho offeso nessuno, e lei mi da del cafone??? sa che le dico lei è un perfetto stronzo!"
mi ridà del cafone, gli rido dello stronzo.
salgo in macchina e me ne vado via.

guidando verso la guardia medica, soffro una strana sensazione di fuori posto, di sgradevole, di caduta di stile e penso ma che cazzo ho fatto. è vero era uno stronzo ma perché scendere al suo livello.

posteggio davanti la guardia medica, scendo dall'auto e mi diriggo dalla dottoressa di turno. lei mi guarda interrogativa. io le dico prendo questa medicina, l'ho terminata e adesso ho bisogno della ricesta per acquistarla. le mi guarda in silenzio, prende il foglietto con il nome della medicina, scrive la ricetta, mi chiede come mi chiamo, mi fa firmare al contrario su uno schedario, mi dà la ricetta. la ringrazio le chiedo una farmacia di turno aperta, mi risponde " ce n'è una qui all'angolo!". attonito me ne vado via.

salito in auto penso, adesso torno dallo stronzo, mi metto un sorrisetto odioso e mi faccio dare la medicina, a costo di chiamare la polizia!
poi rifletto, e mi dico: ma che senso ha una ricetta medica, data senza controllo fisico, senza avermi chiesto i documenti e senza conoscermi... che cazzo di senso ha???"

nessuno.
proprio nessuno.
e lui era proprio un stronzo.

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